Friday, December 18, 2009

Elegia del cigno

Adagiato su una sedia a sdraio
mi commuove l’umiltà dell’oceano,
le distanze che ha percorso
per sciorinarsi ai miei piedi in riccioli spumosi.
Con l’alta marea iridescenti ondulanti serpenti
si formano sotto un’epidermide color acquamarina.
Il cielo è una splendente cupola scarlatta;
l’imbrunire primaverile, un cliché perfetto.

Nel caldo splendore del sole che si posa
le immagini sono serene, pacate, spoglie di ogni urgenza.

La pace di questa docile quiete
mi induce a chiudere gli occhi,
ed ecco riappare il vecchio cigno bianco
che ieri mi ha incantato nel crepuscolo.
Lo vedo tendere il collo verso il cielo,
aprendo il becco brevemente
per trafiggere il mio cuore
con un canto desolato.
E, nell’oscurità circostante,
ascolto il disperato sventolio delle sue piume spettinate

quando salpa verso il purpureo sudario del suo destino.

Published in POESIA (Italy)
Traduzione di Antonio Della Rocca

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